Cronaca narrata - gianmarioandrico

gian mario andrico
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   Cronaca narrata

LA BASSA TRA CRONACA E LEGGENDA
Grafo edizioni, Brescia, novembre 1989, a cura del Consorzio Bassa Bresciana Centrale.

Dalla Presentazione: “Gian Mario Andrico… raccoglie in volume la sua personalissima testimonianza. Genera, non so quanto volontariamente, un atto d’accusa contro trascuratezza e disattenzione, rilucida la pergamena della Bassa perché occhi di nuovo stupiti ammirino, si rendano conto e, se possibile, operino… La nuova fatica di Andrico ridà tono e fiato alle vicende passate, con innegabile stimolo a custodirle ed apprezzarle. Fosse soltanto questo il merito, ci sarebbe di che sentirsi ricchi. Magari ricordando che l’agonia d’un luogo… è più triste di quella d’un uomo.
EGIDIO BONOMI

LA BASSA FRAMMENTI

F. Apollonio e C., Brescia, giugno 1992, a cura della Cassa Rurale di Borgo San Giacomo.

Dalla Presentazione: “Veglia la Bassa come il miglior figlio rallenta l’agonia del padre, Andrico è un vecchio indiano della pianura “gira tra i giorni”, tratta col vento, è mediatore di tempeste. Il sogno gli regala il potere della profezia sulla terra che se ne andrà, il talismano della radice lo ripara dai rivolgimenti futuri. Alla vigilia della scomparsa della Bassa - perché la Bassa scomparirà, abbandonata dai suoi uomini e ibernata nelle sue zolle - l’autore di queste piccole preziose veglie, si incarica di descrivere quella che fu la primavera della Bassa, quando le salamandre cambiavano la pelle, spudoratamente, davanti allo sguardo degli uomini… e l’Omino Saggio prendeva fiato prima di benedire i casolari della campagna…”.
TONINO ZANA

LA MALICONCIA

La Compagnia della Stampa Editrice, Roccafranca (Brescia), anno 1997

Dalla Presentazione: “Quando parla del mondo contadino che non c’è più, se non nel ricordo dei vecchi (quorum ego), afferma di aver fatto appena in tempo a respirarlo: ecco perché -conclude- riesco a trasfigurarlo. Non parla invece dell’amore, il mio amico Gian Mario: ma io lo capisco bene, perché i bassaioli di certe generazioni sono stati tormentati dal pudore, imbragati dalla difficoltà di esprimere i sentimenti, sicché hanno preferito (abbiamo: perché non confessarlo almeno a posteriori?) deviare come davanti ad un masso piantato lì, in mezzo alla strada… Prosit, caro Gian Mario.
GIORGIO SBARAINI

TERRE DI CONFINE

BAMS edizioni, Montichiari, Brescia, novembre 1999. A cura della Provincia di Brescia.

La Bassa? Un patrimonio da conoscere e valorizzare! Questo perché si possa finalmente indagare su chi ci sta rubando, ad una ad una, le peculiarità più significative di questa terra, e capire perché molti non abbiano ancora compreso come sia peccato sperperare anche la minima testimonianza di quanto gli uomini che ci hanno preceduto hanno saputo e voluto lasciarci…
GIAN MARIO ANDRICO

L’ERGOBAND - la Bassa che non c’è

Edizioni della Compagnia della Stampa, Roccafranca, Brescia, marzo 2001.

Gli antichi non avevano, o non facevano, sogni. Li vedevano. Scivolavano nel cono d’ombra del sonno per poi lasciarsi inondare dai bagliori profetici della suggestione onirica… L’operazione che Andrico fa nel presente volume è quella di salvaguardare un mondo che via via sta scomparendo, un universo lirico  e fortemente reale, una rete antica e complessa di rapporti, scambi e frequentazioni, fatta di anime d’acqua, di refoli, di leopoldi, di stropesade. E poi ci sono le poesie, bellissime e colme di malinconia per la sua terra, fatte di evanescenti veli ideali…
CARLA BORONI

LA BASSA LA SUA MEMORIA - nove Comuni si raccontano

Edizioni La Compagnia della Stampa, Roccafranca, Brescia, aprile 2004, A.A.V.V., a cura dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Brescia. Ricerca correlata, molti testi e coordinamento editoriale di Gian Mario Andrico.

Toh! Si sono accorti che c’è anche la Bassa. Ma non è quella plaga laggiù, tra le odiate nebbie? Non è il territorio depresso dove corrono acque malsane, privo di sussulti, dove nulla assomiglia ai laghi bresciani, alle montagne ambite e che, quindi, niente può essere se non quello che è, cioè terra di conquista da parte dell’industrializzazione selvaggia? Sì, terra d’assalto lo è diventata… quando se ne è voluta cancellare l’anima, quando non l’abbiamo riconosciuta, quando ci ha fatto comodo non capirla, quando ci siamo vergognati delle fatiche villiche dei nostri padri…
GIAN MARIO ANDRICO – EUGENIO MASSETTI

CINQUANT’ANNI DI FOTOGRAFIA - dal pensiero all’immagine (seconda ristampa).
Stampa per conto di Ameritalian di Cesare Mor Stabilini, a cura di Tipografia Camuna S.p.A. Brescia-Breno, marzo 2014. Presentazione (con Claudio Baroni) dell’opera del fotografo Cesare Mor Stabilini.
Un altro libro?
L’ennesima sequela di fogli?
Non così nei nostri intenti, nei nostri cuori.
Se ai lettori queste pagine sembreranno la solita “minestra”, vorrà dire che agli autori avrà fatto difetto la libertà creativa che, nonostante i propositi, non saremo riusciti ad evocare…
La sola possibile speranza?
Domani, forse domani nascerà il nuovo Oracolo che, inginocchiato al cospetto dei sacri resti, pronuncerà preghiere per il Dio in fasce della rigenerazione.
GIAN MARIO ANDRICO

ULTIMI ACCORDI – parte prima

Edizioni La Compagnia della Stampa, Roccafranca, Brescia, maggio 2017, in collaborazione con Tonino Zana.

In questi Accordi, concepiti come cartoni per le giornate di un grande affresco, affiorano atmosfere zavattiniane, comprese nel sole, nelle nebbie, nel sudore e negli odori di una terra, la nostra, dalla luce solo apparentemente marginale.
La nostra è una terra di pianura, una pianura che nel suo lento silenzio ha sempre accolto, plasmato, le più ardite trasformazioni sociali, politiche ed economiche… Tonino e Gian Mario sono due scrittori; scrittori che si chiamano e si raccontano dalla distanza dei loro due diversi paesi di origine. Il loro dialogare svela interni di case passate, narra di fuochi accesi da mani provate e abituate dal sacrificio.
GIACOMO ANDRICO
 

AD IMBRANCAR LE NUVOLE

A cura dei pellegrini e autori Gian Mario Andrico e Tonino Zana, aprile 2018, Brescia.

Mi giro, lo rivedo fresco come una rosa, la chioma celtica d’argento, lo sguardo dolce. Come fai dopo venti chilometri di salita? Sorride e mi indica un bosco: “Ascolta il fruscio, osserva le cinque nuvole…”.
Gian Mario è un amico colto, riservandosi un quid di mistero. Siamo sulla Francigena, freddo di 500 metri d’altezza, nessuna difesa, sentiero stretto…
Adesso è l’ombra della sera. Nella media Toscana… il chiaroscuro porta dei brividi. Non è il freddo, è la vigilia più antica e dolorosa del distacco…
Ci siamo, ormai ci siamo. I giorni sono passati e i passi sono i giorni. Ci sentiamo meno immaturi. Ci sentiamo pronti ad andare e venire. A Passare…
TONINO ZANA

INCANTI

Bassa? Si fa presto a dire Bassa. E se ti dimentichi della maiuscola, Bassa diventa una tua vecchia cavalla, una sedia di seconda mano, una streghetta, una terra da lasciar perdere: Bassa paludosa, Bassa bassa, Bassa se mai avremo bisogno di passare da lì e di parlarne.
Noi della Bassa siamo un popolo lasciato un po’ in disparte… Non per impuntarsi sulla semantica della parola, ma prova tu, caro lettore, a chiamarti uomo di lago o donna di montagna invece di donna o uomo della Bassa, sentirai subito il senso di una distanza, di un rapporto diffidente…
TONINO ZANA


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